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Una rete di parole

Diario di traduzione di Momenti straordinari con applausi finti, di Gipi

Caccia al tesoro
Tuffiamoci, dài!
Cosa c’è in ballo?
Chi viene prima?
Le parole legano, le parole separano
La scoperta del fuochino
Dimentico qualcosa?
Dove eravamo rimasti?

Gipi: Besondere Momente mit falschem Applaus, p. 142.

Come ho iniziato a tradurre fumetti? Il fatto è che l’oralità mi ha sempre affascinata, e di conseguenza la riproduzione letteraria della lingua parlata. Nei fumetti, così immaginavo, si parla moltissimo, è tutto un proliferare di dialoghi. Il mio primo titolo, La storia dell’Orso, di Stefano Ricci (Quodlibet 2014), era un lavoro corale sui partigiani, l’orso solitario JJ1, noto anche come Bruno, e l’etologo Heinz Meynhardt, esperto di cinghiali. Vi compariva una profusione di sogni e di animali bizzarri, ma le nuvolette, i balloon, si contavano sulla punta delle dita e il registro era piuttosto letterario. Anche i progetti successivi si rivelarono più o meno complessi e pieni di voci, ma con pochissimi dialoghi, forse perché il mercato tedesco prende in considerazione soprattutto il fumetto d’autore italiano particolarmente letterario. La mia fascinazione non ne ha risentito: in questo modo, traducendo fumetti traduco il meglio di entrambi gli ambiti, e oggi mi si offre anche la possibilità di scrivere di un graphic che mi ha entusiasmata più di qualsiasi altro.

Si tratta di Momenti speciali con applausi finti1, il mio terzo Gipi. Ormai ho preso confidenza con il modo non lineare di raccontare di questo autore, ma qui persino il testo funziona come un rebus. E adesso che mi trovo a dover illustrare in maniera pragmatica ed esemplificativa un paio di sfide fondamentali del lavoro, perché il tutto non diventi troppo algido, ecco un tocco di entusiasmo: stiamo parlando di un libro sconvolgente. A ogni lettura lo si scopre più interessante. Strazia e diverte. E già queste potrebbero essere ottime ragioni per cimentarsi con un fumetto, anche se magari non è proprio il vostro genere. Insomma, vale davvero la pena di tuffarsi.

Caccia al tesoro

Qualcuno ricorda quel vecchio gioco con «heiß/kalt» (caldo/freddo)? Cos’è che dicevamo esattamente quando, per esempio alle festicciole di compleanno, dovevamo aiutare chi era bendato a raggiungere il “tesoro” nascosto sotto la pentola? E in tedesco si trattava di una Schatzsuche, letteralmente “ricerca del tesoro”, o piuttosto di quella che chiamiamo anche Schnitzeljagd (“caccia alla bistecca”: un bel cambio di paradigma)? Entrambi i termini corrispondono all’incirca all’italica «caccia al tesoro». La ricerca in rete mi frutta risultati curiosi, come del resto spesso accade quando cerchiamo cose che appartengono alla vita quotidiana e non hanno un nome preciso. Digitando «Suchspiel heiß kalt» (gioco caldo freddo) approdo al video «Spielen wie im Mittelalter» («Come si giocava nel Medioevo»).

I costumi sono buffi, l’accompagnamento musicale allegro, ma manca proprio l’essenziale: gli aiuti forniti dai compagni di gioco non bendati. Voglio sentire con le mie orecchie che cosa gridano a chi sta sotto – freddo, gelido, tiepido, caldo, bollente? – finché il cucchiaio non sbatte sonoramente sulla pentola e il fortunato si aggiudica il “tesoro”.

In ogni caso, questa tipologia di gioco viene ancora riproposta alle feste di compleanno, e inserendo la stringa di partenza mi escono moltissime occorrenze (Allarme rosso: rischio perdita di tempo!) Qui, per esempio, si gioca proprio come mi ricordo io.

Ma tutto questo cosa c’entra con il mio fumetto?

Tuffiamoci, dài!

Con Momenti straordinari con applausi finti, Gian Alfonso Pacinotti, meglio noto come Gipi, ha disegnato un fumetto a più voci in cui, una volta riprodotti gli indizi e le piste verbali dell’italiano, anche le lettrici e i lettori germanofoni hanno la possibilità di riportare alla luce dei tesori. Nel libro, parole e frasi ricoprono le illustrazioni come una rete tra le cui maglie cogliamo squarci di comprensione. Ma attenzione: non è certo la rete della traduzione a potersi squarciare.

Una sfida fondamentale destinata a procurarmi un bel grattacapo mi attende fin dalle prime pagine del prologo: che significato hanno «acqua» e «fuoco» in questo testo? La prima versione interlineare si presenta all’incirca così:

©Gipi, Coconino Press – Fandango, 2019.

 

Pagina 5.1
1 Wo waren wir?
2 Hier?
3 Wasser
5.2
1 Das schwarze Auto?
2 Das schwarze Auto. So viele Erinnerungen …
3 Hier nicht.
4 Wasser.
5.3
1 Wir haben dir vertraut, alle haben wir dir vertraut!
2 War das ein Fehler?!
3 Ruhig
3a Scheiße, nein …
4 Sag.
5 War es falsch, zu vertrauen?
6 War das ein Fehler?!
5.4
1 Feuerchen
2 Wasser also.

E, continuando a immergermi:

Pagina 6.1 Wasser
6.2
1 Aber nicht wie im Urlaub, am Meer, mit Muscheln drin.
2 Wasser als Fest ((Acqua di Feste))
6.3
1 Mit Kanus drauf
2 Nein.
3 Nein
6.4 Urzeit-Wasser ((Acqua primitiva))
6.5 Algenwasser
6.6 Verzeih. / Entschuldige.
6.7 Das Wasser von damals.
6.8
1 Urzeit-Weiden ((Di primo pascolo)).
2 ((cellule zero.))
3 Urzeit-Leben ((Primavita)).
6.9
1 Hör auf!
2 Ich versteh‘s nicht.
3 Wie konntest Du?
4 Wie konntest Du nur?!
6.9
1 Wenn ich mich entschuldige?
2 Wenn ich mich entschuldige
3 Ist dann alles vergessen?

©Gipi, Coconino Press – Fandango, 2019.

©Gipi, Coconino Press – Fandango, 2019.

 

Pagina 7.1
1 Verwandle dich nicht in ein Kind!
2 Es gibt gar kein Kind.
7.2 /
7.3
1 Wasser
2 Feuer
3 Hier waren wir also.

Hier waren wir also: ecco dove eravamo rimasti. Sono affascinata. E disorientata.

Cosa c’è in ballo?

Facciamo un passo indietro: la madre di Silvano Landi, il protagonista, sta morendo. Il comico è in tournée e tra una serata e l’altra si reca all’ospizio, dove siede al suo capezzale pensando alla fine ormai vicina e, insieme, alla prossima esibizione che lo aspetta. A grandi linee, la cornice del racconto è questa. Le associazioni, i sentimenti e i pensieri che la morte imminente suscita nel sessantacinquenne si dipanano su piani grafici e testuali diversi. Incontriamo per esempio un gruppo di cosmonauti, un cecchino finlandese, il soldato James Ryan, un uomo delle caverne, un bambino luminoso. Alcune linee narrative, che si differenziano l’una dall’altra per colore e stile dei disegni, appaiono già nel prologo, mentre altre vengono intessute successivamente nella trama del racconto. Momenti straordinari è il libro più personale di Gipi, quello in cui l’autore elabora la morte della propria madre e la consapevolezza che lui non potrà mai avere figli biologici. E dove ci pone di fronte al cinismo della nostra epoca e all’enigma della nostra stessa esistenza. Sono temi grossi. E si torna di continuo all’acqua. E al fuoco.

Come nel prologo, dove l’acqua è evocata già nelle prime tavole, anche se in realtà si tratta di paesaggi. A cosa devo dunque prestare attenzione dal punto di vista testuale? Cosa c’è in ballo? La chiave di lettura delle parole “acquatiche” sembra essere «fuochino»: e qui entra in scena la caccia al tesoro. In tedesco, come già detto, questo gioco funziona con le parole-guida «caldo/freddo» (heiß/kalt) e le relative gradazioni. In italiano invece si dice «acqua» quando il cercatore-cacciatore si allontana dall’obiettivo e «fuoco» quando si avvicina. Lo stadio intermedio è «fuoco fuochino, il tesoro è ormai vicino».

Rimando quindi all’indicazione contenuta nella quarta tavola a pagina 3.

Le scene in cui si allude alla macchina nera e il paesaggio che le precede non rappresentano, nel caso di questa caccia, gli indizi giusti. Per l’autore la vera pista sembra piuttosto essere quella dei cosmonauti e del tema «fiducia»: è questa la tavola che ci avvicina al “tesoro”. Segue, nel capitolo successivo, lo sbarco in Normandia, ma l’autore continua a disseminare nel corso del racconto piccoli indizi su cui vuole mettere l’accento. Dunque, nel cercare soluzioni, posso davvero risalire la scia dell’acqua e del fuoco. Risalendo la scia delle parole, senza però mai perdere d’occhio le immagini.

E in che modo posso offrire a lettrici e lettori la possibilità di seguire le stesse tracce lasciate dall’autore nell’originale, se in tedesco il binomio in uso è piuttosto caldo/freddo? Senza contare che spesso nel libro si tratta davvero di acqua in senso stretto, e infatti la vediamo riprodotta nei disegni, e che intorno all’acqua si creano importanti spazi di associazione di senso. Altrettanto spesso quindi non mi è dato di utilizzare la prima accezione di significato del lemma e di tradurre letteralmente, perché rischierei di perdere l’essenziale. La pista della “caccia” va assolutamente conservata. Perciò faccio quello che sempre faccio in queste situazioni: vado avanti a leggere e a lavorare, e lascio che l’uovo si covi da solo.

Chi viene prima?

È evidente che nei fumetti testo e immagini procedono insieme, completandosi a vicenda. In genere, però, la prima a imporsi è l’immagine, e Gipi fa un uso del testo molto consapevole. Lavora in modo marcatamente associativo, e in questo romanzo mi appare più chiaro che mai che i suoi disegni nascono dalle parole, ma che è vero anche il contrario. Le parole legano i singoli piani narrativi, non sono prodotti secondari, anzi, rivestono un’importanza centrale ai fini della comprensione e dell’evoluzione della storia, determinando soprattutto il ritmo della narrazione. Nel tradurre diventa quindi obbligatorio rispettare i riferimenti al piano testuale (la memoria del testo) e contemporaneamente, per non svelare troppo, l’apertura dell’originale. Data la varietà di contesti in cui compaiono, anche nella versione tedesca parole ed espressioni devono prestarsi a quante più interpretazioni possibili, senza diventare ingombranti o eccedere in lunghezza.

Le parole legano, le parole separano

Le esperienze di Gipi come regista sono palpabili tanto nei disegni e negli scenari, quanto nel modo in cui colloca il testo. Per esempio, lo usa per creare un ponte verso un altro piano narrativo. Mi vengono in mente certe sequenze cinematografiche in cui la canzone trasmessa alla radio prosegue anche dopo che la protagonista è uscita di casa e la vediamo viaggiare in macchina.

Gipi: Besondere Momente mit falschem Applaus, p. 31.

Gipi: Besondere Momente mit falschem Applaus, p. 32.

In altri punti, immagine e testo invece si scompongono. A pagina 79 dell’originale la traccia audio resta quella del comico e le illustrazioni portano avanti una sequenza di un capitolo precedente. Qui però Landi entra realmente in acqua.

Oppure ancora, dal collage di piani narrativi nascono nuovi piani sia per il testo che per i protagonisti:

Gipi: Besondere Momente mit falschem Applaus, p. 104.

UE poi c’è sempre la voce narrante, contraddistinta in italiano da una formuletta retorica a inizio frase: in pratica. È così che comincia la maggioranza delle parti descrittive, e se il dizionario mi suggerisce «in der Praxis, praktisch, eigentlich, im Grunde, letzlich», nessuno di questi traducenti mi sembra adatto per tutte le occorrenze italiane. Provo allora con «ganz konkret, tatsächlich» e alla fine approdo a «jedenfalls» (comunque, in ogni caso): sufficientemente privo di significato specifico, e in grado di inserirsi al meglio nell’alternarsi dei piani, riesco a collocarlo quasi sempre (ben 37 volte) a inizio frase senza generare costruzioni sintattiche impegnative.

La scoperta del fuochino

Accanto a entrambi i concetti-leitmotiv di «acqua» e «fuoco», e a tutto ciò che all’acqua è collegato, si apre quindi un ulteriore campo che gravita intorno a «primo/prima» e «primitivo» e che riguarda le origini, la genealogia, la preistoria.

Anche qui vorrei salvare i nessi associativi, le sonorità, il ritmo. La forma più idiomatica che trovo per uomo primitivo è «Neandertaler», ma anche se dal punto di vista sillabico potrebbe funzionare, nel testo non mi suona per niente. Mi rivolgo allora ai grafi di parole del dizionario dell’università di Lipsia (Uni Leipzig):

Forse può aiutarmi il Dornseiff, dizionario adesso disponibile anche online (non proprio la stessa cosa, ma rischio meno di perdermi).

I campi semantici illustrati si presentano così:

Continuo a leggere e a raccogliere indizi.

Partendo da uomo primitivo e dal relativo campo di associazioni uomo delle caverne, preistoria, felci giganti, un primitivo insomma, uomo di mazza e caverna, un sé rettile –> trasmissione di sangue e discendenze

Gipi ci traghetta fino a uomo moderno (di media cultura, medio censo, media conoscenza, un uomo medio). E naturalmente anche in questo caso troviamo un passaggio verso l’acqua, perché mi imbatto in acqua primitiva e nelle espressioni correlate acqua d’alga, acqua di allora, primo pascolo, cellule zero, prima vita, dove tutto principiò.

E questo è il mio modo di visualizzare i collegamenti:

 

 

Anche per il DWDS (Digitales Wörterbuch der deutschen Sprache) la traduzione più vicina a uomo primitivo sarebbe «Neandertaler», peccato richieda però un contesto semantico ben definito. È stata dunque una fortuna, e non soltanto rispetto a questo dubbio, poter partecipare al Berliner Übersetzerwerkstatt (Laboratorio di traduzione di Berlino) del 2021, che grazie alle vivaci discussioni con colleghe e colleghi mi ha consentito di raccogliere molti suggerimenti. Alla fine, per il tema “primitivo” mi sono ritrovata in tasca traducenti quali Altwelt, Urmensch, Primat, Primitivling e primitiver Mensch, a cui il mio prezioso mentore Andreas Jandl ha aggiunto Wasserfreude per acqua di feste (e altri contributi ancora). Il tedesco offre la possibilità di usare sostantivi composti e io devo solo avere il coraggio di approfittarne. Intanto continuo a cercare una soluzione che funzioni come prefisso riconoscibile e che risparmi il ricorso ad avverbi e aggettivi. Se qualche volta mi è dunque toccato sacrificare «Wasser/acqua», in compenso altre sono riuscita a risolvere nodi importanti grazie a sostantivi introdotti da «Ur-» e a salvare così i nessi (Urmensch, Ursuppe, Ursprungswasser, Ursprung des Lebens).

Dopo tante riflessioni teoriche, mi sento quasi come Silvano Landi: vorrei distrarmi un po’.  In che modo dunque nascono queste immagini? L’autore cosa dice in proposito? Ancora una volta, posso affidarmi all’acqua (il video in cui mi imbatto si intitola proprio Fiducia nell’acqua), ed eccomi nello studio di Gipi: incantata, osservo come a partire da un paio di macchie nere l’artista dia vita a Unastoria (Eine Geschichte, avant 2022).

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Fiducia nell’acqua: una visita nello studio di Gipi (2013)

Dimentico qualcosa?

Mentre correggo le bozze mi accorgo di nuovo che nel rivedere la traduzione perdo di vista le immagini. Chi traduce fumetti lavora su file di testo ed è come se per certi versi la traduzione procedesse sganciata dai disegni. Il libro è aperto sulla pagina, ho a disposizione il PDF, ma a ogni rilettura mi allontano un po’ dalle illustrazioni e al terzo passaggio raramente riprendo in mano l’originale. Adesso, con davanti le bozze, noto una volta di più che molte scene prive di testo occupano un posto centrale e decisivo nella narrazione. Torno dunque a leggere il libro daccapo, scoprendovi ancora nuovi fili.

Gipi: Besondere Momente mit falschem Applaus, pp. 128-129.

Per questo è così importante avere tempo per rivedere le bozze. Il lettering, che nel caso di una traduzione viene eseguito a mano pagina per pagina, oppure a macchina usando un font, rappresenta poi un’ulteriore fase della lavorazione, che allunga il processo. Per gli editori diventa quindi più complicato programmare anche questo passaggio, e spesso dalle fasi di revisione e correzione il volume finisce direttamente in stampa. Con avant-Verlag sono fortunata e posso rivedere a fondo il lavoro dopo l’inserimento manuale dei testi da parte di Olav Korth. (Ma come fa a riprodurre così bene le diverse calligrafie dei fumettisti?) A questo punto si evidenziano anche i problemi di spazio, e a volte tocca riformulare e asciugare le frasi. Non stavolta, però, perché mi è andata bene e c’è stato tutto. Chi traduce fumetti da anni sviluppa una forte capacità di sintesi, ma se a qualcosa si può rinunciare, certi balloon troppo piccoli producono vizi stilistici e idiomatici non proprio innocui.

Dove eravamo rimasti?

La caccia al tesoro! Heiß! Fuoco! Alla fine ho dunque risolto il problema? Per un sacco di tempo ho pensato di non farcela e sono rimasta troppo incollata all’originale, ma un giorno mi è venuta l’idea di tradurre, laddove il contesto me lo consentiva, la parola «acqua» non con Wasser, bensì con «kalt», e, sempre nei punti in cui il testo me lo consentiva, di ritornare invece al termine originale. «Fuochino» è così diventato «lauwarm», e «fuoco», a seconda dei casi, «heiß». Una soluzione talmente semplice!

Ecco quindi il prologo nella sua versione finale. È riuscito o no? Tradurre comporta anche e sempre il rischio di imboccare, scegliendo, lo scambio che condurrà le parole sul binario sbagliato. Nel caso specifico, le lettrici e i lettori riescono a ricostruire e seguire gli indizi tradotti? Dopo tante macchinose considerazioni ho l’impressione che il discorso ne esca più contorto del dovuto, ma benché a volte tradurre sia una faccenda spinosa e delicata, alla fine basta prendere in mano il libro e leggerlo. E qui il gioco vale la candela, perché Momenti straordinari con applausi finti è un esempio superlativo delle possibilità della nona arte.

Gipi: Besondere Momente mit falschem Applaus, pp. 5-7.

 

 

Fußnoten
1
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©Stefan Gelberg

Myriam Alfano è traduttrice letteraria e insegnante freelance. Ha studiato filologia e letteratura italiana e latinoamericana a Francoforte e Venezia, e da quindici anni traduce narrativa e fumetti dall'italiano e dallo spagnolo. Modera inoltre eventi e conduce seminari dedicati alla traduzione.

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